30 maggio - 6 giugno 2009 - Partecipazione all'attività di scavo organizzata dal Gruppo Archeologico DLF Roma presso Crustumerium (Roma)
Scavi: Crustumerium
Informazioni
Crustumerium, secondo gli autori antichi, era una città affacciata sul Tevere tra Eretum e Fidenae; grazie a queste precise testimonianze, cui deve aggiungersi l'indicazione dell'esatta distanza da Roma lungo la via Salaria, è risultato agevole identificare il sito storico, segnato da una vasta area di materiali archeologici di superficie.
La città occupava una vasta altura con fianchi scoscesi, affacciata su un tratto della Salaria e su una vasta pianura a fondovalle delimitata dalle anse del Tevere. Un percorso viario proveniente dalla prospiciente riva etrusca del fiume, raggiunto e attraversato l'altopiano della città, ne discendeva sull'opposto versante sudorientale, puntando verso Palestrina (l'antica Praeneste) e toccando il centro intermedio di Gabii.
La città, latina per la maggioranza degli autori antichi, sembra nascere tra X e IX secolo a.C. e fin dall'inizio la sua storia si collega alle vicende della nascita e dello sviluppo di Roma; fra l'altro, è uno dei centri protagonisti del celebre episodio storico-leggendario del Ratto delle Sabine. Raggiunge l'apice della sua fioritura nei secoli VII° e VI° a.C.; il suo declino è segnato, alla fine del V sec., dalla inarrestabile espansione di Roma.
Crustumerium è l'unico centro dell'antica civiltà laziale non compromesso dalla moderna urbanizzazione e in tutta l'area il paesaggio è straordinariamente conservato.
Ben poco si può dire della struttura dell'abitato, non essendo ancora stati effettuati scavi di grande estensione. Sembra comunque probabile che ci fosse un nucleo originario, che successivamente rivestì funzione di acropoli, sul Poggio della Torretta, avanzato verso la piana del Tevere, in considerazione del suo isolamento topografico, determinato dalla presenza di una sella retrostante. Notevoli erano le rovine monumentali di recente demolite con mezzi meccanici, costituite da una struttura in opera quadrata di tufo, con resti di colonne, poste all'angolo orientale del "recinto urbano".
I materiali archeologici finora rinvenuti sulla superficie dell'area di insediamento non hanno attestato le fasi finali dell'età del bronzo e, per quanto riguarda la prima età del ferro restano del tutto dubbie le tracce della fase laziale II A (X a.C.). Invece la diffusa presenza di materiale della fase laziale II B indica una posizione consolidata dell'abitato fin dall'inizio del IX sec. a.C. L'analisi di resti in superficie, supportata anche da dati di scavo, indica quale epoca di maggior fioritura le fasi orientalizzante (metà VIII-VII a.C.) e arcaica (VI a.C.). Le presenze archeologiche, supportate anche dalle fonti letterarie antiche, confermano la perdita di importanza della città a partire dal V a.C. fino alla suddivisione del territorio in possedimenti agricoli, corrispondenti alle ville romane. Un'ulteriore prova del completo abbandono del centro urbano è la distribuzione delle fattorie tardo repubblicane e delle ville di età imperiale che si estendono sia nell'agro che nel perimetro del centro urbano, ormai non abitato.
La superficie complessiva dell'insediamento, naturalmente delimitata e in seguito fortificata, era di circa 60 ettari. Attualmente l'area della città antica è conosciuta, solo nelle grandi linee, grazie a ricognizioni di superficie e a sporadici scavi della Soprintendenza Archeologica di Roma (dal 1982) che hanno tuttavia permesso la scoperta di circa duecento sepolture ed il recupero di notevoli corredi tombali composti da ceramiche e bronzi (circa 120 pezzi sono stati recuperati nella sola tomba 9, scavata nel 1987 in loc. Monte Del Bufalo).
Partecipazione del Gruppo
Il Gruppo Archeologico Luinese ha partecipato alla campagna scavo del 2009 organizzata dal Gruppo Archeologico DLF Roma.